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Sono Russo
sono Sovietico.
Mi rivolgo a te,
cittadino della libertà di carta,
mi rivolgo a te da un luogo
che sta sopra,
Intangibile,
alto,
il posto della Memoria,
del Sacrificio,
dello Spirito.
Noi,
27 milioni di fiamme,
rischiarammo
il buio di europa,
noi
incendiammo
con le nostre ossa
le bestie pasciute da occidente,
noi
siamo in pace,
abbiamo dato,
i Nostri lo sanno.
Tu,
cittadino della libertà di carta,
ricordi le cose accadute?
Ricordi
chi liberò i campi?
Ricordi
chi bombardò le tue città
e poi chiamasti
Alleato
e
acclamasti
Liberatore?
Sai di Hiroshima?
Conosci il napalm?
La polvere di uranio?
Leggi del Vietnam!
Chiedi ai Serbi!
Ascolta gli Iracheni!
Guarda i Siriani!
Impara dagli Afghani!
Vergognati della Palestina!
Il mio Paese,
la mia Rodina,
mai distrusse,
mai colonizzò,
mai sterminò Popoli.
agli Afghani
lasciammo strade, ponti, aeroporti.
La Cecenia
brilla come perla dell' Islam.
Il nostro Donbass
ringrazia i tardivi Liberatori.
Tu,
cittadino della libertà di carta,
sotto il tallone degli sterminatori
ti profondi in piaggerie
e apparecchi fioriti giardini
su fondali consunti
a chi uccise un Popolo per farsi spazio,
ai razzisti,
gli schiavisti,
i suprematisti,
i sionisti.
Imponi pure
le tue sanzioni,
spegni
a te
i nostri lumi,
oscura Dostoevskij
e Pushkin,
benda i tuoi ciechi occhi,
compiaciuto
del fantasma che chiami democrazia
sotto un lenzuolo sporco
di sangue altrui.
Tu,
cittadino della libertà di carta,
quando verrà il giorno
che la memoria torni,
solleva il capo dal giogo,
volgi lo sguardo a est,
dalle tenebre d' occidente:
forse ci vedrai.